Sex and ayatollah Se un antropologo marziano arrivasse in Iran allo scopo di carpire l’essenza dell’homo islamicus, un ambasciatore della Repubblica islamica d’Iran gli spiegherebbe che modestia e castità sono virtù imprescindibili per ogni buon rivoluzionario. La difesa della pubblica moralità è il presupposto su cui si fonda la salute sociale e non vi è minaccia più perniciosa all’integrità della nazione di quella rappresentata dal fascino femminile. Non è un caso – sarebbe edotto il marziano – che in farsi una bella donna possa essere descritta con locuzioni come “shahrashob”, una che porta confusione in città, o “fetneh angiz”, colei che porta le calamità. Tatiana Boutourline 10 NOV 2012
La resurrezione della carta Come racconta Ken Auletta sul New Yorker, la carta stampata non è affatto morta e neppure moribonda. La preghiera dell’uomo moderno si è solo spostata – non sappiamo per quanto – in un nuovo santuario. Un Eldorado dove si sente il profumo della carta e le mani si macchiano ancora d’inchiostro, un luogo in cui chi legge è ancora guardato con un misto di ammirazione e soggezione e un mostro a sei teste chiamato Internet non ha ancora falciato profitti e cannibalizzato redazioni. Tatiana Boutourline 15 OTT 2012
Murdoch ha invaso l’Iran Immaginate una serata qualsiasi davanti alla televisione in Iran. Il primo canale segue da dieci giorni la visita dell’Ayatollah Khamenei nella città santa di Qom; il secondo snocciola dati sul progresso economico e nucleare della nazione a dispetto delle perfide trame sioniste e americane; il terzo, fra una lezione di cucina azera e un reportage sulla storica partita di calcio tra Mahmoud Ahmadinejad e il caro alleato Evo Morales, offre finalmente un film d’azione americano. Tatiana Boutourline 06 NOV 2010
Lo chiamavano bocca di rosa E’ opinione largamente condivisa che la diplomazia non sia una delle principali qualità di Mahmoud Ahmadinejad e chi lo ascolta sa che, nei suoi discorsi, la sorpresa è spesso dietro l’angolo. Ma il 2 agosto il presidente si è superato e la platea dapprima scossa da gridolini di stupore e imbarazzo si è infine sciolta in una risata sguaiata e liberatoria. Un’ilarità irresistibile determinata non tanto dal bersaglio dell’ironia di Ahmadinejad – il consueto Grande Satana – quanto dall’espressione scelta dal presidente per schernirlo. Tatiana Boutourline 05 SET 2010
Ahmadinejad: "Siamo in grado di arricchire l'uranio all'80 per cento" Il regime d’Iran piazza telecamere ovunque per riconoscere i rivoltosi dietro gli occhiali In Iran non c’è niente di neutrale. La bomba, l’uranio arricchito al 20 per cento, le sanzioni, l’occidente colpevole e gli anniversari. Il regime crede di poter tirare i fili come vuole. Teheran strilla per bocca di Ali Khamenei e Mahmoud Ahmadinejad e poi, secondo uno dei suoi schemi più rodati, affida una parziale smentita a un suo funzionario, concedendo che l’accordo di Ginevra può ancora essere salvato. Ma a Washington anche l’Amministrazione che più di ogni altra “si è fatta in quattro” per dialogare con l’Iran riconosce che il dialogo non ha dato frutti. Tatiana Boutourline 11 FEB 2010
Che cosa succede se anche un bassiji pensa al mutuo da pagare Prima dei pasdaran e dei bassiji a infastidire le ragazze iraniane ci pensava il laat. Bullo di quartiere con molto tempo tra le mani, il laat più che tormentare – come i suoi ben più sinistri successori – infastidiva come un qualsiasi supermacho con un’alta opinione di sé. Fiero di essere un figlio della strada in tempi in cui tutti aspiravano ad aggiungere un “Doktor-Professor” prima del nome, il laat dominava la piazza o la borgata con un misto di arroganza ed equanimità. Tatiana Boutourline 09 GEN 2010
L’ayatollah depresso C’è un detto che dal ’79 cattura la doppia morale degli iraniani. “Prima della rivoluzione si beveva in pubblico e si pregava in privato, ora preghiamo in pubblico e beviamo in privato”. Da sei mesi a questa parte le regole sono saltate. In Iran si urla quello che prima si sussurrava. I bassiji seguitano a usare i manganelli, moltiplicano le contromanifestazioni, inaugurano presidi nelle scuole, ma i contestatori non si arrendono, sovvertono le ricorrenze del regime e gridano “mercenari”. Leggi L’ayatollah “topo gigio” Tatiana Boutourline 27 DIC 2009
Il regime di Ahmadinejad ritira fuori il Gran Torturatore Si fa chiamare di volta in volta Abbasi, Kanguri, Kangevari, Amoli e Azadeh. Di certo, forse, c’è soltanto il nome, Javad. Ma la sua flessibilità si ferma alla scelta delle generalità. Mano sicura e ideali granitici, Javad è un torturatore tutto d’un pezzo di quelli che non conoscono cedimenti né improvvide empatie. In questa burrascosa estate iraniana il suo nome viaggia come un presagio funereo sulle bocche dei prigionieri. Tatiana Boutourline 04 AGO 2009
Nei cortili di Qom “Teheran è la mente, Isfahan il cuore, Qom l’anima”, dice un detto persiano. Nessuno sa dove andrà l’Iran, ma è impossibile sciogliere il dilemma persiano senza provare a dare un senso al silenzio di Qom. Tatiana Boutourline 26 LUG 2009
L’Iran dopo la preghiera Gli ayatollah hanno perso l’arte del “tarof” e la piazza si sente sola Quasi tutti gli iraniani, compresi i grandi ayatollah, sono versati nell’arte del “tarof”, quell’insieme di cortesie esagerate che da duemila anni tiene insieme la loro società. Dire di sì quando si pensa no, fare offerte con la speranza che vengano rifiutate ed essere possibilisti, diplomatici ed evasivi pure nelle circostanze più difficili. Ieri alla preghiera del venerdì gli iraniani hanno avuto una conferma che questa non è una delle qualità dell’ayatollah Ahmad Khatami. Tatiana Boutourline 26 GIU 2009